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Il concetto di wiki è ormai diffuso da più di un decennio. Identifica un sito web che si può leggere e scrivere, nel quale gli utenti contribuiscono alla creazione e all’aggiornamento delle pagine. La sua realizzazione più nota è l’enciclopedia online Wikipedia. Google Sites riprende questo concetto aggiungendo le sofisticate funzioni collaborative che abbiamo già visto in Drive. L’interfaccia di modifica delle pagine è molto simile a quella di Google Documenti, con i comandi tipici dei software di videoscrittura. L’inserimento di immagini e altri elementi multimediali è semplicissimo, mentre i file di Drive possono addirittura essere incorporati in modalità live. Il proprietario del sito può autorizzare utenti e gruppi alla visualizzazione e alla modifica di ogni singola pagina. Un docente che coordina lo sviluppo di un ipertesto, ad esempio, avrà bisogno di abilitare i suoi studenti alla visualizzazione dell’intero sito di classe, consentendo solo ad alcuni la modifica di determinate pagine. Con Sites è questione di pochi clic. I contenuti possono essere privati, aperti solo agli utenti registrati nel dominio della scuola, oppure liberamente accessibili nel web. L’integrazione con gli altri strumenti (Drive, YouTube, Google+, Maps, Gruppi…) può rendere le pagine dinamiche e fortemente interattive, senza richiedere competenze tecniche specifiche

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